Chi non riconosce una Ninja quando la vede? Non occorre essere appassionati per farlo, e nemmeno giapponesi. Bisogna ammettere che poche case motociclistiche sono riuscite a trovare un connubio così perfetto tra un loro prodotto e il nome scelto per rappresentarlo: Kawasaki ci è riuscita con la sua Ninja, sempre inconfondibile a più di 30 anni dalla sua nascita, nonostante le evoluzioni e le innovazioni che pure la distinguono.
In Giappone e nel mondo la figura dei guerrieri ninja è stata spesso ammantata di mistero e leggenda, un mito, eppure è storia. Così è la due ruote omonima, destinata dalla nascita a entrare nella storia e nel mito.

La tradizione che tiene il passo con la modernità

Quando si pensa a Kawasaki si associa il marchio a tecnologia all’avanguardia, e allo stesso tempo alla solidità della storia. In effetti, il gruppo ha alle spalle 120 anni di tradizione in molti settori, in ognuno dei quali l’elemento chiave è l’innovazione.
Come spesso accade in Giappone, però, Kawasaki non dimentica la sua tradizione, ma la trasforma in valore: l’importanza della conoscenza, il peso dell’esperienza e il vantaggio della notorietà sono tutte armi di cui il gruppo si sa servire bene per mantenersi forte sul mercato.

Il futuro è verde (lime)?

Sarà una moda o la sua vera vocazione, Kawasaki sembra sentire da tempo che il verde non è più solo un colore aziendale.
L’azienda, produttrice non soltanto di motociclette ma anche di macchinari e mezzi pesanti, non nega l’impatto delle sue produzioni, ma promuove da anni diverse azioni per una migliore sostenibilità: dal marchio Kawasaki Green Product al programma Hydrogen Road, la casa nipponica sembra pensare come sempre con uno sguardo ben puntato verso il futuro. La speranza è che, anche stavolta, abbia visto giusto e precorso i tempi che verranno.

Di Mauro